Beata Francesca d’Amboise e la Regola carmelitana
(28.9.1427 – 4.11.1485)
Dalle Esortazioni apprendiamo, leggendole, che la beata Francesca aveva una grande conoscenza della Regola. Lei, è una delle prime monache che ne fa dei brevi commenti alle sue monache. Tratta di tutti gli argomenti cominciando dalla tentazione alla preghiera, dai voti al silenzio. E’ interessante notare come su XXII esortazioni –brevi- la beata Francesca citi la Regola carmelitana ben 15 volte. Le Esortazioni sono brevi riflessioni che la Beata Francesca fa negli incontri settimanali alla comunità, sono appunto “esortazioni”, e il loro scopo è quello di esortare le sorelle a camminare nella fede, nell’amore, nella speranza, ma soprattutto ad essere fedeli al Signore tramite la Regola che hanno scelto di professare.
- Questa lezione è della Regola, e la sentite leggere tutti i venerdì. Mi piacerebbe che ci si abituasse a meditarla.
- Comincia col dire che la vita dell’uomo sulla terra è una tentazione (Regola, c. 14; Gb 7,1). Possiamo rimanere a malapena per un’ora o una mezz’ora senza avere qualche tentazione o seccatura. Per questo è necessario restare sempre in guardia e resistere fin dall’inizio. Non c’è uno stato né un luogo tanto santo e tanto sicuro in cui non siamo sempre soggette alla tentazione. Questo capitolo raccomanda che si resti sempre in guardia e presenta i rimedi. (Esortazioni, c. III)
- Dobbiamo vegliare nel tempo indicato, stare in guardia e vegliare nella preghiera (Regola, c. 7) e nelle devozioni in modo discreto. Vi sentirete spesso ripetere come ci debba portare in coro, al capitolo e in refettorio non appena si sente suonare. A quelle che mancano sovente, bisogna infliggere una punizione severa. (Esortazioni, c. III)
- Ascoltate questa lezione che riguarda uno dei vostri voti. È supposto dagli statuti, ma è anche il principale nella Regola. Lo dobbiamo rinnovare spesso. Ma non basta rinnovarlo senza osservarlo; non serve a niente. Non possiamo fare niente di meritorio davanti a Dio, se non osserviamo bene quanto gli abbiamo promesso, vale a dire i nostri voti. (cfr. Regola, c. 1, 9) (Esortazioni, c. V)
- Curate anche il silenzio, che è tanto necessario per progredire molto e ottenere la salvezza. C’è tempo abbastanza per parlare. Nessuno si è mai pentito per aver taciuto, ma per aver parlato troppo.
- La nostra Regola ci descrive i beni e i mali che ne derivano. Col silenzio si favorisce, aumenta e conserva la giustizia(cf. Regola, c. 16; cf. Is 32,17); nel molto parlare non manca la colpa (Regola, c. 16; Pr 10,19), e a volte, parlando troppo, si parla male e si causa dispiacere a qualcuno.
- È meglio tacere che parlare troppo. Abbiamo soltanto una bocca e dentro la lingua è chiusa bene da due muraglie. Vuol dire che non dobbiamo parlare troppo. Abbiamo due orecchi, vale a dire che dobbiamo più ascoltare che parlare. Una persona stolta non sa mai tacere; parla sempre e non sa quel che dice. Uno dei mali più grandi che temo per questa casa è dovuto al troppo parlare a voce alta, bassa e nel consiglio. (Esortazioni cap. V)
- Con questa lezione ascoltate il modo di fare la visita e le indagini che si devono fare, e ascoltandola ognuna pensi e si esamini in che cosa manca, come sono osservati la Regola e gli statuti, se non possiede qualcosa di proprio, sul silenzio e l’obbedienza, come la priora riprende e corregge le mancanze. (Esortazioni, c. VI)
- Questa lezione è della Regola, ed è un’esortazione che sarà molto utile considerare spesso. Vi mostra le tentazioni e il modo di resistervi. Tra le altre cose: il vostro petto siano fortificati con pensieri religiosi (Regola, c. 14), poiché secondo i pensieri sono le parole che escono dalla bocca e dal cuore.
- È necessario allontanare i cattivi pensieri e ritenere i buoni. Vi ho detto sempre voglio che vi abituiate a osservare il silenzio e a parlare poco, poiché dal molto parlare non vengono le sante meditazioni né i buoni pensieri.
- Quando il cuore è ben regolato, lo sono anche le parole, specialmente in tempo di silenzio. Nelle parole vane si trova sempre il peccato. Quasi non si può parlare senza che vi sia peccato (cf. Regola, c. 16; Pr 10,19). Vedete come i tempi sono pericolosi: la morte è dovunque. Dovete stare sempre in guardia. Bisogna studiarsi di vincere le cattive inclinazioni. Dove ci accorgiamo di mancare maggiormente, occorre ingaggiare la battaglia, correggerci ed emendarci.
- Vi sono alcune tanto scrupolose e spaurite che quasi non parlano, e si fanno scrupolo di dire una parola oziosa. Ogni parola che non è di vantaggio per sé o per gli altri è oziosa e si dovrà renderne conto (cf. Regola, c. 16; Mt 12,36). Quelle che temono Dio e stanno attente non saranno mai ingannate e sorprese. Le altre devono far attenzione a non lasciarsi prendere alla sprovvista, senza olio né fuoco nelle loro lampade (cf. Mt 25,1-13). (Esortazioni, c. VII)
- Se a noi non è prescritto così strettamente, se ci è ordinato di parlare poco, il silenzio della Regola ci è comandato strettamente, e dopo compieta tutto deve essere fatto in silenzio (Regola, c. 16), come camminare, muoverci, parlare senza rumore, e non causare molestia alle altre, in camera, in dormitorio o altrove. Tutto va fatto in silenzio. (Esortazioni, c. VII)
- Nella lezione di ieri avete ascoltato che la disciplina claustrale consiste nel compiere bene il servizio di Dio, osservare la vita regolare e impiegarsi nel lavoro. Questo aiuta molto a resistere alle tentazioni e aiuta anche a crescere in tutte le virtù. Sarebbe necessario pensare spesso a questa lezione e abituarsi ad agire bene e parlare poco, perché chi non si controlla nel parlare va incontro alla rovina (Regola c. 16; cf. Pr 13,3). (Esortazioni, c. XII)
- Chi vuol avere la coscienza tranquilla, custodisca la propria lingua nelle cose piccole e nelle grandi. Dobbiamo stare sempre in guardia quanto al parlare. Nel molto parlare non manca la colpa (Regola c. 16; Pr 10,19) (Esortazioni, c. XVII)
- Ci istruisce sulla virtù della fede, della carità e sul lavorare in silenzio (Regola c. 15). Ma questo silenzio è difficile da osservare. Si ha un bel dirlo a certune; se non vengono colte sul fatto e si fa constatare il loro difetto, non serve a nulla. Bisogna osservarlo specialmente nei luoghi e nei tempi stabiliti. (Esortazioni, c. XVIII).
- C’è bisogno di meditare spesso questo capitolo. Chi abbonda nel parlare danneggia se stesso (Regola c. 16; cf. Pr 13,3).
- Ognuna di voi conosce il bene e il male che deriva dal troppo parlare. Chi ci pensa sovente vi farà attenzione. Quando viene a mancare il silenzio di Regola, nella religione crolla tutto. Non si può certo avere pace completa dove regnano grandi discorsi, né perfetta religione, né vita pacifica. (Esortazioni, c. XIX)
- Il lavoro è prescritto e a ragion veduta: chi non vuole lavorare neppure mangi (Regola c. 15; 2Ts 3,10). Bisogna togliere la pietanza, come dice la Regola e far digiunare le oziose.
- Sapete che è prescritto di alzarsi al mattino, innanzitutto per servire Dio e recitare le Ore, e andare diligentemente al lavoro fino all’ora della messa. Durante il lavoro bisogna osservare il silenzio, come è scritto nella Regola (Regola c. 15) (Esortazioni, c. XX).